Di seguito il primo post firmato da un'autrice esterna alla Redazione di Novaresi a Novara, una collaborazione con Vittoria Gorla e con altri autori che pensiamo sia interessante per questo blog. Se anche tu pensi di poter dare il tuo contributo contattaci!

Esse sono in ferro battuto, dai
disegni ricercati eleganti ricchi di volute; altre ricordano il Liberty
floreale; altre contornano movimentati balconcini; una è rigidamente delineata
dalle palmette che richiamano l’antica cancellata, ora al Cimitero.
Mi accorgo di aver rallentato il
passo in un tratto di strada abitato da negozi e profumi di cucina etnica e
dentro di me sorrido. Penso a quelle ringhiere che per quasi un secolo hanno
assorbito effluvi di paniscia e minestrone mentre ora si ritrovano ad essere
avvolte da odori speziati che evocano civiltà lontane. Compaiono ai balconi gli
antichi inquilini, si appoggiano alle balaustre ed annusano curiosi; chi storce
il naso, chi si chiude in casa, chi vorrebbe saperne di più e osa informarsi
sugl’ingredienti che sanno sprigionare la novità. S’intrecciano dialoghi, si
scoprono abitudini simili, si assaggiano sapori dolci o aggressivi.
Ci si conosce, insomma,
attraverso il bisogno essenziale del cibo.
Le figurine ritagliate nella
carta nera dell’immaginario si mescolano con quelle vere ed attuali delle donne
con il velo che tengono per mano i loro bambini sorridenti od imbronciati come
i nostri. Incrocio sguardi di gazzella e avverto il profumo di sandalo che
impedisce di dimenticare le origini lontane.
Intanto arrivo in centro.

Quali erano i nomi dei vecchi
artigiani? Dov’erano le loro fucine?
Io ricordo nella mia infanzia il
fabbro, nei pressi della chiesa della Bicocca: forgiava ferri per i cavalli e
cerchioni per le ruote dei carretti. A me incuriosiva ed intimoriva quell’uomo
bruciacchiato e coraggioso che maneggiava con destrezza il ferro incandescente
battendolo sull’incudine e lanciando attorno scintille luccicanti.
Un’arte, quella del ferro
battuto, dalle radici ataviche a Novara, se si controllano i cognomi di…ferrea
derivazione che occupano pagine e pagine di quelle “Bianche”.
Vittoria Gorla
Le immagini sono prese dal libro "Vegia Nuara", storico libro di Novara scritto da Stefano Gorla, padre dell'autrice
CIAO CARA AMICA,LEGGENDOTI RESPIRO QUESTI LUOGHI DA TE EFFICACEMENTE DESCRITTI E ASSAPORO DOLCEMENTE I TUOI RICORDI DELL'INFANZIA...COMPLIMENTI VITTORIA, SEI SEMPRE NEL MIO CUORE .VALERIA
RispondiEliminache bella la foto della casa dove io ho fatto la foto per Obbiettivo Novara mettendo il particolare della porta!!! Deve essere stata una meraviglia ed è un peccato lasciarla andare così!!!
RispondiEliminaVorrei fare un ovvio apprezzamento alla scrittrice (mia madre!) e una parola di incoraggiamento per continuare, attraverso la scrittura, quello che suo padre Stefano ha fatto con la pittura...
RispondiEliminaAndrea
Che brava che sei cara amica ..nel leggere mi son lasciata trasportare pian piano dal presente al passato ( che è un po' anche il mio!) e poi ancora...alla Novara in cui viviamo e ogni giorno ci scopriamo un po' più uguali nonostante le diversità!!!!Ti abbraccio!Rita
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