giovedì 22 marzo 2012

CONTROCORRENTE (Bambole e cartoline romantiche)



Varco il portone di Palazzo Natta Isola e mi lascio alle spalle l’affollato pomeriggio novarese. Salgo lentamente la scalinata impregnata di Storia; leggo la targa in ottone che ricorda le parole pronunciate il 26 aprile 1945 da Piero Fornara “io, battezzato dall’acqua della cunetta assumo oggi la carica di prefetto di Novara”; ed entro nel Salone d’Onore.
Bambole e cartoline romantiche accolgono i visitatori: forse siamo ritornati alla Belle Epoque per un the o per un gran ballo..
Aleggia uno strano pungente odore, avrebbe creato maggior atmosfera un lieve sentore di “Violetta di Parma”.
Seguo il percorso, gentilmente indicatomi, ed osservo incuriosita e anche divertita le cartoline della collezione di Sandra Bazzano.
La scelta espositiva è emblematica di un’epoca in cui la cartolina costituiva il modo più immediato per comunicare i sentimenti. Esisteva un linguaggio segreto non soltanto del soggetto, ma anche del francobollo che poteva nascondere messaggi amorosi molto personali e scritti in caratteri minuscoli. In Francia si augurava la fine del nubilato alle “attempate” venticinquenni non ancora accasate, inviando loro cartoline apposite nel giorno di S. Caterina. Altrettanto godibili e raffinate quelle con fiori e ricami o le antenate del pop-up oppure le altre raffiguranti ritratti femminili languidi o maliziosamente osè.
L’ultima bacheca contiene una piccola rassegna di “Saluti da Novara”, vedute panoramiche di una città suggestiva.
Alcuni manichini, collocati tra le vetrinette, vestono affascinanti abiti da sera o da passeggio del primo ‘900.
Appartengono alla collezione della padrona di casa, Caterina Lamanna Amelio, unitamente ad un notevole numero di bambole antiche che raccontano la sua passione “ per questi balocchi ormai desueti e tuttavia, proprio per la loro assoluta inattualità, ancor più capaci di grande fascinazione “.
L’ampio tavolo al centro del salone è letteralmente ricoperto da bambole ed accessori, fabbricati da noti artigiani di Francia, Germania e Italia.
Legno, cartapesta,biscuit, panno lenci sono i materiali che nel tempo furono usati per costruire il giocattolo più antico che sin dai tempi degli Egizi costituì il tipico passatempo femminile, propedeutico alla maternità e cura della prole.
Quelle esposte sono indicative di uno stile di vita alto. Non riesco ad immaginare come si potesse giocare con una di esse: incutono una certa soggezione, tutte pizzi, merletti e l’espressione sussiegosa. Forse la loro funzione era quella di rimanere ben composte in una vetrina o sedute nel mezzo di un lettone matrimoniale. Sottile e ben celato messaggio per l’inconsapevole fanciulletta?
Personalmente ho apprezzato la rassegna da un punto di vista “storico-artigianale” per la maestria necessaria alla riproduzione perfetta, in taglia XXS, dell’abbigliamento adulto.
Sarà perché non ho mai amato giocarci, sarà perché ero troppo curiosa di scoprire l’origine del loro pianto, se le rivoltavo, e perciò le esaminavo chirurgicamente.. fatto sta che ho conservato soltanto la mia bambola Trudi dalle tre facce. Non piangeva davvero, quindi s’è salvata dal mio infantile sadismo.
                                                                                    

 Vittoria Gorla                     


Rif.: Passione Bambola – Caterina Lamanna- Italgrafica Novara
Prefettura di Novara, Salone d’Onore.
Dal 17 al 25 marzo dalle ore 15 alle 18,30.
Sabato 24 e Domenica 25 dalle ore 10 alle 18,30 in occasione delle Giornate FAI.   

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