venerdì 27 gennaio 2012

Casa Bossi, il simbolo dimenticato - Abbandono e disinteresse: eppur qualcosa si muove.


Immaginate per un istante una Novara privata del suo simbolo più rappresentativo: tolta la cupola antonelliana, il cui profilo si staglia da più di un secolo sui tetti del nostro centro storico, sono diversi gli esempi architettonici e artistici che potrebbero concorrere a rimpiazzare la silhouette della Basilica nell’iconografia e nell’immaginario novarese. Dalle mura romane al castello Visconteo – Sforzesco, passando per il Broletto e la Barriera Albertina, per citare solo alcune delle innumerevoli ipotesi, è evidente come il patrimonio artistico cittadino offra diversi spunti in questo senso, tutti a pari modo degni di poter essere considerati come simbolo della città. Tuttavia, se per molti di questi casi è evidente come lo sforzo nella cura e nella conservazione del patrimonio artistico non sia mai venuto meno, in altri esempi è altrettanto chiaro come la mancanza di fondi o altri problemi di natura logistica e organizzativa abbiano portato all’abbandono di aree che sarebbero potute essere altrimenti destinate ad arricchire il già vasto panorama culturale novarese.
Casa Bossi costituisce il più fulgido esempio di come l’incuria e un crescente disinteresse abbiano portato un simbolo della città ad essere abbandonato ed, infine, dimenticato dai novaresi. La villa, modificata ed ampliata da Alessandro Antonelli sulla base di un edificio preesistente, è stata abitata nel corso dell’ultimo secolo da importanti esponenti della nobiltà locale e, in seguito, della vita pubblica cittadina, come il poeta futurista Ignazio Scurto e la moglie pittrice Olga Biglieri o, in seguito, lo scrittore Sebastiano Vassalli.
Tuttavia chi oggi si trovi a passeggiare lungo il Baluardo Quintino Sella in direzione di via Pier Lombardo e, quindi, verso la Basilica, non si troverà che al cospetto del pallido spettro di quella che fu la sontuosità e bellezza originaria dell’edificio, peraltro concepito, durante le sue innumerevoli ristrutturazioni, con tecniche assolutamente all’avanguardia in campo architettonico. 

Nelle rare occasioni in cui Casa Bossi, in gran parte inagibile, viene aperta al pubblico, come durante i recenti festeggiamenti per il Santo Patrono, il merito è da attribuire all’impegno profuso da un gruppo di novaresi che, in virtù del loro aperto e sincero affetto nei confronti di quest’opera, ha costituito un comitato volto al suo recupero e conservazione.
Il Comitato d’Amore Casa Bossi è un’associazione senza fini di lucro, che, d’intesa con l’Amministrazione Comunale, si è assunto l’onere di promuovere, attraverso la sottoscrizione all’associazione e la raccolta di fondi, l’opera di restauro e mantenimento dell’edificio antonelliano. E’ proprio grazie all’impegno di quest’appassionata schiera di volontari che Casa Bossi si è classificata nel 2010 al secondo posto tra i “Luoghi del Cuore” del Fondo Ambiente Italiano, censimento che raccoglie le segnalazioni dei siti storici e naturalistici che maggiormente necessitano di essere riscoperti e valorizzati.

Per entrare in contatto con il comitato il sito di riferimento è www.casabossinovara.it, dove è possibile ottenere maggiori informazioni sulle forme di donazione o sulle quote d’associazione, oppure è possibile ricevere gli ultimi aggiornamenti attraverso la pagina Facebook omonima.

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